Natascia e il suo anno di servizio civile all’Avis di Faenza
Un anno della propria vita da dedicare agli altri. Unendo tutto questo con la propria passione per le materie scientifiche e biologiche. Natascia Barnabè, 26 anni, si è laureata in Dietistica e dall’aprile 2021 sta svolgendo il proprio anno di servizio civile all’Avis Comunale di Faenza. “Dopo la laurea, ho iniziato a guardarmi intorno – spiega Natascia – e ho trovato in Avis l’opportunità giusta con la quale dedicare un po’ del mio tempo agli altri rimanendo a contatto con l’ambiente ospedaliero e sanitario”. Nella sede di viale Stradone 9, Natascia si occupa principalmente della parte di segretaria, un aspetto fondamentale, divenuto sempre più importante con la pandemia per gestire ingressi e prenotazioni nella maniera più efficace possibile, tanto per l’attività di donazione quanto per tutelare la salute dei donatori. “L’Avis mi ha subito messa a mio agio – racconta -. Pur essendomi laureata in ambito sanitario, non conoscevo così bene questo mondo, per cui per me è stata davvero una bella scoperta capire come funziona dall’interno la realtà del dono. Avevo poi alcuni preconcetti, come per esempio che chi ha la pressione bassa non può donare sangue, cosa non vera. Mi si è aperto un mondo, ed è davvero bello vedere lo spirito con il quale le persone vengono a donare. La cosa che mi ha colpito di più è lo spirito con cui si dedicano alla donazione, una pratica interiorizzata che fa parte della propria vita come lo sono tante altre”.
Come procedono ora le donazioni? “I cittadini hanno risposto bene alla pandemia – dice Natascia -. Ora si accede solo su prenotazione, ma questo non ha portato particolari difficoltà. Certo, come spesso succede, i mesi estivi sono quelli più critici ed è stato così anche quest’anno, speriamo di tornare ora al più presto a pieno regime con il numero delle donazioni, perché di sangue c’è sempre bisogno”.
Con l’inizio dell’anno scolastico, l’Avis di Faenza ha in programma di tornare finalmente negli istituti scolastici del territorio, spazi fondamentali per sensibilizzare alla cultura del dono e intercettare nuovi donatori. “Mi occupo anche della preparazione di alcuni progetti nelle scuole – racconta Natascia -, e andrò anche io a questi incontri con gli studenti”.
È proprio tra i banchi di scuola che Natascia ha scoperto la passione per le materie scientifiche. “Fin dalle medie la mia materia preferita è stata Biologia – spiega -. E l’ambito sanitario mi ha sempre affascinato”. E così in Natascia le competenze per un’alimentazione corretta si uniscono al mondo della donazione. “Avere un’alimentazione sana – spiega – significa di per sé avere un’alimentazione completa, che non tralasci nulla senza eccessi: da frutta e verdura a proteine e carboidrati. Ai giovani consiglio di non saltare i pasti, per esempio la colazione o la cena, perché più la nostra alimentazione è ordinata, più è sana”.
Come far sì che la cultura del dono si diffonda ancora di più sul nostro territorio? “Penso che sia importante innanzitutto andare oltre i propri pregiudizi e informarsi – risponde Natascia -. Si può fare una prima visita all’Avis per conoscere come funziona e se si è idonei a donare non costa nulla, e rappresenta una grande opportunità. Poi si può decidere se donare o meno, ma intanto si è consapevoli di cosa rappresenta questo mondo”.